domenica 7 giugno 2015

Il racconto dei racconti


  • Venerdì 29 maggio 2015, Cinema Ambassade in compagnia di Iavacc.


Visivamente splendido, di ricchezza e di eleganza  equamente ripartite tra costumi sgargianti e ambientazioni esoteriche, il racconto dei racconti è una splendida scatola finemente cesellata ma vuota. Le immagini sono destinate a restare nella memoria per potenza evocativa, come quadri viventi capaci di animare gli episodi con colori vividi di una fotografia eccezionale.

Per alcuni versi l'operazione ricorda The fall che però, nonostante alcune ingenuità, ha una potenza emotiva di ben altro spessore.
La matrice originale del testo è rispettata senza quell'interpretazione autoriale che avrebbe fatto la differenza e quindi i racconti/episodi de Lo cunto de li cunti riescono per metà, come del resto ognuno delle storie che lasciano con un senso di irrisolto e di incompiuto, che in alcuni casi proprio non risuona.
Cast quasi interamente estero su cui svetta l'inglese Bebe Cave, una Viola particolarmente immedesimata, la partecipazione italiana è ridotta a cammei poco significativi. Più incisive le maschere di vari caratteristi che danno vita a volti scavati e personaggi che sembrano arrivare da un tempo lontano.
Resta un po' il sospetto di un film progettato non per un'urgenza artistica ma per piacere immensamente ad un certo tipo di pubblico di cui ovviamente non faccio parte.

In abbinamento due luoghi mangerecci che hanno incornicato il prima e il dopo del Cunto: Luppolo e Farina in Viale delle Accademie, 65 tel. 0659601762 dove si mangia una buona pizza al taglio e si bevono parecchie birre artigianali, con anche uno spazio all'aperto e la gelateria I mannari  in Via di Grotta Perfetta, 125 tel. 06 54che fa davvero un gelato di altissimo livello per gusto e materie prime utilizzate. Entrambi i posti certificati da Iavacc in persona e questo, voglio dire, è una garanzia!


1 commento:

Unknown ha detto...

A parte ogni commento su questo iavacc, che dev'essere un verso fico :) direi che è difficile non essere d'accordo al 100%. Un critico inglese lo ha definito "un orso che balla" e in effetti balla anche bene, ma senza emozionare. Comunque, considerato quanto spendono in America per confezionare prodotti ben più inutili, e freddi, onore al merito della confezione. Se penso che l'altro film tratto dallo stesso libro era lo stupendo "c'era una volta " con Omar Shariff e la mai abbastanza sopravvalutata Sofia Loren, con Francesco Rosi dietro alla macchina da presa mi viene una nostalgia di tempi morti esattamente lo stesso anno in cui nacqui.
Grazie Marzia, e' sempre un piacere leggerti.