venerdì 15 giugno 2012

Biancaneve e il cacciatore


  • Anteprima Cinema Moderno The Space di Piazza della Repubblica
  • A proposito... in questo cinema il mercoledì le donne pagano solo 4,4 euro!



Krtisten Stewart icona del fantasy del terzo millennio, conclusasi la saga tra lupi e vampiri, veste i panni  di una Biancaneve guerriera, in una rivisitazione della celebre fiaba.
Rinchiusa da piccola nella torre nord del castello e vittima di un incantesimo che le fa crescere il mento in maniera smisurata, la figlia del re troverà il modo di riconquistare il suo regno e di sconfiggere il male.
Spettacolare nelle molteplici scene d'azione tra battaglie, fughe a cavallo Biancaneve e il cacciatore è visivamente ammaliante per gli scenari gotici, carichi di oscurità e densi di elementi orrorifici così come per il paese delle fate, splendido giardino vivente e vibrante di luce in cui flora e fauna si fondono in una visione psichedelica di rara bellezza.
Un ruolo gustoso per Charlize Theron che predilige gli eccessi nell'immedesimazione nel personaggio della matrigna invidiosa, mentre sono poca cosa le interpretazioni maschili se si esclude il sempre grande Bob Hoskins nella parte di uno dei nani.
Sicuramente la sceneggiatura avrebbe giovato di un maggiore sforzo creativo per dare vita ad un reboot (come va di moda ora) della fiaba codificata, ben tre quarti di secolo fa dalla Disney e la cui origine si perde nel racconto popolare rielaborato dai fratelli Grimm nell'Ottocento.
Ed è un peccato aver dato così poco peso agli elementi simbolici che addirittura restano oscurati dalle immagini travolgenti. Resta comunque uno spettacolo avvincente che non mancherà di appassionare il pubblico più giovane senza per altro annoiare quello più adulto.
Da notare che, tra le parecchie varianti dalla storia che conosciamo meglio, ovvero quella della Disney, qui troviamo la curiosa novità del terzo incomodo.  Colui che già conoscebamo come Thor il burino, questa volta in versione castana ma sempre con quegli occhietti piccoli e ravvicinati, sembra far breccia nel cuore della principessa, grazie al suo fascino da camionista più del blasonato figlio del Duca.
Nel seguito (già in produzione) probabilmente i due ragazzotti si contenderanno l'amore della più bella del reame ma potrei giurare che, avendo Biancaneve un cuore grande così, ce ne sarà per tutti!
Se i fratelli Grimm, comunque, si dovessero rivoltare nella tomba non sarà certo per una Biancaneve promiscua (ricordiamo il cult Biancaneve sotto i nani) bensì per i diritti d'autore scaduti che, quest'anno, tra due film e una serie televisiva, gli avrebbero fruttato parecchio....

Ah... dalla regia mi comunicano che il mento di Kristen Stewart non ha subito nessun incantesimo, è veramente così!

Non poteva mancare, trattandosi di Biancaneve, un abbinamento alle mele, anzi agli alberi da frutto.
Sebbene i Vivai Belfiore non si trovino nella nostra città val bene segnarsi questo indirizzo per l'acquisto di alberi da frutto "antichi". I titolari infatti hanno recuperato tutta una serie di varietà rare e scomparse per metterle a disposizione del pubblico e salvarle dall'oblio.
Azienda Agricola Vivai Belfiore, Via di Valle, Loc. S. Ilario, 50055 Lastra a Signa (FI) tel. 0558724166

giovedì 14 giugno 2012

De rouilles et d'os


  • Mercoledì 13 giugno 2012 Cinema Giulio Cesare nell'omonima via nell'ambìto ambito di Canne a Roma. Ore 20,15 ma siamo rimasti inzona dalle 17....
  • Avvistate in sala le sorelle De Sio, Giuliana e Teresa.



In un mercoledì di un giugno romano che sembra un mercoledì di un agosto africano come pellegrini ad un santuario di una madonna che non apparirà mai se non allo stadio Olimpico ci rechiamo al Giulio Cesare per comprare con ben 3 ore di anticipo i biglietti per il film di Jaques Audiard.
La fila si dipana biforcuta con freak a destra e freak a sinistra, il sole è cocente tanto da fare rimpiangere la neve che bloccò la città pochi mesi or sono.
Come dio vuole ci accaparriamo sti biglietti, che non basta la fila, c'è pure la stampante lenta.
Odio il Giulio Cesare, uno dei cinema più sporchi di Roma che ogni volta gli lancio delle maledizioni per lo squallore in cui versa senza speranza. Mi chiedo perché i NAS non facciano dei controlli nei cinema visto che c'è il rischio di prendersi il colera.
Il film viene preceduto dall'introduzione della giornalista Gloria Satta. Pregasi radiare dall'albo.
Inizia con una considerazione "Il film è bello". Un moto dal profondo sta per articolarsi in un mortaccitua d'ordinanza ma poi mi trattengo. Il film è bello... che profondità critica.
E nel mentre faccio questi pensieri l'orrore prende forma ignobilmente... Gloria Satta inizia a raccontare la trama con una dovizia di particolari imbarazzante... Il mormorio in sala è crescente, arrivano i primi fischi, gli applausi, le intimidazioni a smettere. Niente lei tutta fiera di quel microfono che le permette di raccontarci il film togliendoci ogni sorpresa, continua imperterrita: e poi succede questo.. e poi quest'altro e dopo ancora...
Come una borgatara del Tufello, per altro attiguo al mio quartiere, comincio a urlare "Bastaaaaaaaa! Basta...!" più che altro per evitare di sentire come va a finire.
Poi come un dono del cielo un'altra chicca, la giornalista, parlando di Audiard ricorda il successo di UN prophet, sì proprio UN prophet, pronunciato come UN chilo di rosette...
La platea ormai è in subbuglio i fischi a due dita fanno a gara, la Satta stizzita non molla ma ormai nessuno la può sentire sovrastata com'è dalle proteste.
Finalmente se ne va chiedendosi perché non l'abbiamo fatta parlare.
Chissà... forse non è avvezza al cinema, ci piacerebbe pensare. E invece è spesso ospite del Cinematografo Marzulliano e stava pure a Cannes, pardon a Canne.
Il film è interessante anche se con qualche compiacimento di troppo, accenni di maniera e snodi narrativi alla volemose bene. Non siamo di fronte alla prorompente energia di UN prophet e la storia è decisamente un po' forzata. Si conferma la tendenza francese a parlare di tragedie con una certa grazia anche se siamo ovviamente lontani dai toni della commedia di Quasi Amici e dal nuvelvaghesco La guerra è dichiarata.
Bravi i due protagonista, la nuova stella Cotillard e il consistente Mattias Schoenaerts, da tenere d'occhio, soprattutto nella modalità "opè".
E se volete sapere cos'è la modalità opè andate a vedere il film oppure chiedetelo a Gloria Satta!

Vuoi sapere come finisce De Rouilles et d'os? Seleziona il seguente testo da qui: Ali dopo aver involontariamente fatto licenziare la sorella si dilegua senza dire a nessuno dove va. Sthepanie è costernata. Alcuni mesi dopo lo ritroviamo che sia allena per un incontro di pugilato. Il cognato gli porta il figlioletto per una visita ma in un momento di distrazione il bambino cade in un lago ghiacciato.
Ali disperato riesce a salvarlo a spese delle sue mani che si fratturano per rompere la coltre di ghiaccio.
L'incidente però lo farà riavvicinare a Stephanie e probabilmente per loro ci sarà un futuro... a qui!

Abbinamento con Castroni in Via Cola di Rienzo dove siamo andati a fare un giro in attesa dell'inizio del film. Castroni si conferma il tempio di tutto ciò che possa servire in cucina, dalle spezie alle farine, mieli, frutta secca, prodotti esteri, tè, caffè.... e potrei continuare per ore. Se manca qualcosa in dispensa si può andare sul sicuro!
Castroni, Via Cola di Rienzo, 196 tel.066874382

sabato 9 giugno 2012

The Future



  • Venerdìì 8 giugno 2012 ore 20.30Parco di San Sebastiano a Caracalla,






Una coppia decide di adottare un gatto, gli eventi che seguiranno la decisione li travolgeranno.
Si potrebbe sintetizzare così The future ma di certo non si direbbe nulla di questo film che MIranda July ha scritto, diretto e interpretato riuscendo a tradurre per lo schermo il suo linguaggio stralunato di artista con attitudine al surreale.
La July si cuce addosso il personaggio di un'insegnate di danza, dalla fisicità di un palo del telefono, un po' goffa e senza ispirazione, che non ha ancora trovato sé stessa.
La necessità di mettere ordine in un'esistenza che senza fare troppi convenevoli le sta scivolando via senza troppo rumore e la realizzazione di non riuscire ad esprimersi come vorrebbe a livello professionale, la spingono a cercare rifugio tra le braccia di un uomo maturo e concreto (casa, famiglia, lavoro).
Sarà una maglietta gialla che striscia nella notte a riportarla sulla retta via della sua "diversità" e che metterà fine al sogno di una vita "normale", che probabilmente non le è mai appartenuto.
L'ex compagno intanto, sconvolto dall'annuncio della separazione e incapace di affrontare la fine della storia, ferma il tempo, restando immobile per giorni, cercando di superare l'inaccettabile realtà.
La vicenda si dipana parallelamente alla convalescenza del gatto dal veterinario, che attende fiducioso i suoi nuovi padroni che lo riportino a casa.
L'epilogo sarà struggente.
Se già la storia, così riassunta a grandi linee, presenta aspetti decisamente irrazionali, il soffermarsi sul particolare diventa l'espediente per tuffarsi in piccoli universi costruiti con la mano ispirata, come la sequenza delle due amiche incinte delle quali in pochi secondi vediamo tutta la vita.
Ma soprattutto c'è il gatto. Ecco, il gatto.... a me i gatti sono sempre stati sulle palle ma questo qui, che per altro si vede mezzo secondo, di sfuggita mi ha letteralmente conquistato.
La voce del gatto (sempre della July) è letteralmente irresistibile, non si può non adorare immediatamente Paw-paw e le sue considerazioni sulla vita, la solitudine, l'amore, la vita e la morte, sull'essenza stessa della vita.
Il film a me è piaciuto molto, una piccola opera d'arte sugli esseri umani e i loro difetti, ma sono consapevole che in molti potrebbero odiarlo per tutta una serie di motivi che in altre occasioni avrebbero fatto andare in bestia anche me... Lo stato quasi perennemente catatonico dei protagonisti, parecchi momenti in cui il silenzio si protrae oltre misura e la pettinatura riccetta di lei... che ti verrebbe di inforcare spazzola e phon e di improvvisarti parrucchiera per renderla presentabile in pubblico.
Insomma da vedere, lasciandosi trasportare...

Vuoi sapere come finisce The future? Seleziona il seguente testo da qui: Sia Jason che Sophie si dimenticano di andare a prendere il gatto dal veterinario nel giorno prestabilito e quindi il povero animaletto viene soppresso. Le considerazioni sulla morte e il passare oltre del povero animale strapperebbero le lacrime pure al demonio in persona. Sophie vorrebbe tornare con Jason ma lui è irremovibile e le permette di rimanere solo per una notte... a qui!


giovedì 7 giugno 2012

Cannes a Roma 2012




Si terrà dall'8 al 14 giugno 2012 la  diciassettesima rassegna Cannes a Roma, tra l'Adriano, l'Eden e il Giulio Cesare.

Il Cinefilante sarà presente!

Stay tuned!


domenica 3 giugno 2012

Men in black 3


  • Domenica 3 giugno 2012, Cinema Embassy in Via Stoppani, spettacolo delle 15,45



Con questo terzo e inevitabile episodio anche i men in black diventano una trilogia perfetta per la vendita di cofanetti in DVD dai tanti contenuti speciali.
Al centro dell'intreccio il viaggio nel passato, un'espediente tra i più sfruttati ma sempre gustoso... Tra atmosfere sixties (come già visto in Austin Powers, la spia che ci provava) e la consueta dose di ironia si trova anche lo spazio per affrontare qualche malinconia familiare e per un personaggio come Griffin, un irriconoscibile "serious man", alieno buono che vive nel continuum di tutti i futuri possibili.
La storia è ben scritta, da spessore alla vicenda ed è piuttosto divertente.
Ridotte a poco più di un cammeo le interpretazioni femminili e con effetti speciali contenuti ma di buon livello i Men in black risalgono la china dopo lo scivolone di un secondo episodio vuoto e insignificante.
Tommy Lee Jones si spartisce la scena con Josh Brolin che ancora una volta conferma la sua camaleontica capacità di fondersi con il personaggio.
Da vedere per chi ha apprezzato i primi due film della serie (o anche solo il primo) e per chi ama la fantascienza con più di un pizzico di humour!

Come finisce Men in black 3? Vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui: Griffin, l'alieno che tutto vede del prossimo futuro comunica all'agente J (Will Smith) che potrà salvare l'agente K ma che dove c'è morte c'è sempre morte. L'agente J scoprirà troppo tardi cosa volevano dire quelle parole e assisterà alla morte di suo padre, di cui non ricordava nulla perché un giovane agente K gli aveva cancellato i ricordi. Il presente si ristabilisce e i due agenti hanno scoperto qualcosa in più si loro stessi... a qui!

Dopo il film siamo andati al Bar Settembrini per una merenda piuttosto goduriosa, tra muffin al cioccolati, panini e tramezzini, biscotti e tortine di mandorle e pere e un ottimo caffè Illy non ci siamo fatti mancare praticamente nulla. Un indirizzo da tenere a mente per qualità dei prodotti e anche per la bellezza del locale. Bar Settembrini, Via Settembrini 21, tel 0697610325