domenica 31 ottobre 2010

Salt


Seguo Angelina Jolie dai tempi di Hackers, ai suoi esordi cinematografici.
Avevo previsto il suo successo che però si è concretizzato più sul gossip che sul lato artistico, se non fosse per la benedizione impartitale da Clint Eastwood...

Salt comunque non è poi così indegno e va premiata almeno l'idea di giustificare l'espressione monolitica di Angelina con il fatto che è una spia russa super addestrata. L'impeto patriottico e spionistico non tiene conto della perestrojka ma tant'è e noi ci becchiamo il film così come arriva sugli schermi.
Il nodo della trama non è malvagio ma l'infarcitura posticcia e vista milioni di volte di inseguimenti, combattimenti e esplosioni ripiombano inesorabilmente il film nel genere à la mission impossible ma totalmente spogliato da una qualasisi, seppur finta, ironia.
Insomma ordinaria amministrazione in cui nemmeno si gode appieno della bellezza della protagonista, sempre con tailleur sciatti e gualciti o stare ore qui a parlare del perché  Angelina sceglie dei copioni uno più sgangherato dell'altro o del perché non riesce a trovare una pettinatura che valorizzi il suo viso, cosa che invece è perfettamente riuscita a Jennifer Aniston.... Ma si sa.. non si può avere tutto dalla vita....

Abbinamento televisivo con l'ormai terminata serie Battlestar Galactica, che ha completamente rivoluzionato le mie classifiche personali dei serial di fantascienza, sbaragliando Star Trek The Next Generation dal primo posto. Sono solo 4 stagioni quindi, su, non è proprio difficile spararsela in queste prime sere piovose dell'autunno. Personaggi con in fiocchi e capovolgimenti psicologici da paura! Datemi retta.....

martedì 19 ottobre 2010

Passione

  • Cinema Fiamma in Via Bissolati, lunedì 18 ottobre 2010

Anteprima capitolina per Passione di John Turturro. Il cinema Fiamma è pieno di giornalisti che origliare è un piacere… “Tesoro… sei bellissima… Ti sei truccata???”, “Incredibile... Ci sta tanta gente, ci sono proprio tutti…”.
E in effetti c’ero anche io, grazie all’anteprima FilmTV!
John, in persona, gessato da guappo e cravatta dell’Upim, presenta il film con un italiano da studente volenteroso e una valanga interminabile di ringraziamenti.
La Passione si respira immediatamente ed è un filo conduttore emotivo trascinante. La musica di Napoli scorre insieme alle immagini senza soluzione di continuità in un vortice di interpretazioni fatte col cuore e con la carne. Scelta interessante quella di guardare alla città senza nessuna retorica e tralasciando volutamente ogni immagine da cartolina per tratteggiarne più che i contorni le pieghe nascoste, sempre in bilico tra Ciprì e Maresco.
Si susseguono tanti artisti, gli Avion Travel, Massimo Ranieri, Lina Sastri, Fiorello, Pietra Montercorvino, James Senese e Beppe Barra in una performance della Tamurriata nera entusiasmante. E, pure senza essere appassionata di musica napoletana, il primo pensiero è l’acquisto della colonna sonora.
Un bel documentario capace di fotografare l’anima e il corpo ma soprattutto il cuore pagano e pulsante della città che scandisce il ritmo, esorcizza tutti i mali e aiuta a vivere.
Un’occasione per sbirciare al di là del luogo comune, per abbandonarsi alla malìa di Napoli… capace di farti venire la voglia di cantare e di ballare.
Tiè... e c'è pure scappata la foto con John! Quanto siamo carucci eh?!
E ora la legenda, da sinistra a destra... The delicious Bedlam's wife, Bedlam in person, The Director John Turturro, The Cinefilante.
Photo made by the Ballestrero.
Che posso dire? Simpatico fare la foto con John... ma che onore farla con Bedlam il genio!

Se volete sapere come finisce Passione selezionate il seguente testo in bianco da qui:
Ma dico? Siete strani eh?! E' un documentario... come volete che finisca????


Fino a qui!

Abbinamento
Senza alcun dubbio si corra a comprare la colonna sonora del film!

lunedì 18 ottobre 2010

Adèle e l’enigma del faraone

  • Domenica 17 ottobre 2010 in buona compagnia! :-)
  • Cinema Doria, Via Andrea Doria, 52 -  Tel. 0639 721 446
Il trailer non prometteva niente di buono se non un circo di quarta categoria ma nella mia immensa apertura mentale, quando mi hanno proposto di andarlo a vedere, non mi sono tirata indietro…
E così ho ripercorso tutta la carriera di Besson che negli anni 80 fu una fulgida stella oserei dire quasi pretarantiniana per quel gusto tutto suo di stravolgere i canoni precostituiti...
Ho ricordato con affetto il debutto in bianco e nero con il suo feticcio Jean Reno…. La celebrazione di Greystoke in Subway, la visione de Le grand bleu al Gaumont Parnasse di Parigi… Nikita e il suo prequel ideale Lèon… insomma come si fa a dire di no a Luc Besson?

Ebbene fin dall’inizio Adèle ti rapisce con una scenografia pazzesca, dei costumi meravigliosi e con dei personaggi che sembrano rubati a Delicatessen. L’azione è bella tesa e senza alcun ausilio di roboanti effetti speciali si snoda per tutto il tempo sul filo di un’ironia capace di strappare più di una risata.
La protagonista, una perfetta Louise Bourgoin, sensuale al punto giusto ma con anche il piglio dell’eroina senza paura, è divertente e capace.
Perfetti i comprimari, tutti caratterizzati con profonda attenzione. La storia si svolge senza intoppi tra derive fantasy ma sono i quadretti che compongono le varie scene a tratteggiare momenti spassosi… Irresistibile lo scarica barile dell’indagine tra i vari responsabili della legge, i travestimenti di Adèle, la partita a tennis, la mummia riportata in vita e ancora le mummie resuscitate al Louvre.
Si esce soddisfatti, una volta tanto senza quella fastidiosa sensazione di essere stati presi per i fondelli, e con la voglia di indossare un bustino con le stringhe.

Il finale
Se vuoi sapere come finisce Adèle e l’enigma del faraone selezione il seguente testo da qui
Adèle dopo essere riuscita a guarire la sorella dall’incidente riparte per uno dei suoi viaggi intorno al mondo a caccia di avventure. Si imbarca su un transatlantico e due loschi figuri assoldati da un suo nemico la tengono d’occhio… La scena finale ci rivela il nome della nave: Titanic!
Finale aperto dunque… Ci sarà un seguito? Di sicuro Adèle riuscirà a salvarsi anche dall’impatto con l’iceberg!
Fino a qui!

venerdì 15 ottobre 2010

Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives

  • Ripubblico la pregevole rece di questo film orrendo visto in anteprima, rileggendola credo di essere stata troppo buona....
  •  Lunedì 7 giugno 2010 Cinema Nuovo Sacher, Rassegna "Canne a Roma" (magari..)
Viene presentato a Roma privo del manualetto di istruzioni Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives ma noi non ci facciamo impaurire… Arriviamo al Nuovo Sacher, c’è la fila per fare i biglietti e quella per entrare… Il pubblico è quello un po’ alternativo radical chic delle occasioni speciali… tanti caftani, sandali in cuoio rigorosamente senza tacco, trucco leggero con i colori della terra… Ciao cara, ciao caro… eppure tentano comunque di passarti avanti come ragazzotti del tufello che sgomitano per entrare in discoteca.
Inizia il film, “Che dio ce la mandi buona…” sussurro.
Di fronte alle immagini iniziali si cerca di mantenere un contegno… “Vabbè dai.. è un film tailandese…”. Per i primi quaranta minuti cerco di guardare il film con passione, del resto si dovrebbe parlare di vite precedenti… pane per i miei denti! Ma niente… c’è un fantasma che si materializza una sera a cena, poco dopo arriva un figlio scomparso che essendosi accoppiato con una scimmia fantasma si è tramutato anche lui in codesta creatura pelosa… E questo è tutto… dal niente una principessa si tuffa in un lago e si fa trombare da un pesce. Quale sottile metafora… farsi trombare da un pesce… Poi vanno tutti in una grotta.. sproloquiano un po’… scorrono dei fermo immagine sempre con queste scimmie pelose… poi il protagonista crepa, si fa un funerale, c’è un monaco che non vuole fare il monaco… si fa la doccia, poi vede un suo doppio ma va a magiarsi un hamburger. Ecco ho spoilerato... Ho raccontato tutto il film.. spero di non avervi rovinato la "sorpresa"...
Non so se si è capito… ma questo film è di una bruttezza indicibile, noioso all’inverosimile… io quando mi trovo in queste situazioni mi concentro su pensieri concreti per non precipitare nella vacua inconcludenza dei premi festivalieri. Dietro a noi una signora si lascia andare ad un commento: “Nessun senso alcuno…”.
Avrei voglia di girarmi e dire la mia… lo faccio ora:
Da dove inizio?
Questo film è brutto… ma come cazzo hanno anche solo pensato di selezionarlo a Cannes, figuriamoci di premiarlo… Vado oltre… mi chiedo a questo punto se ha un qualche senso che a giudicare i film in concorso siano addetti ai lavori, registi e attori in particolare. Siamo nella follia… Impossibile trovare una sola qualità per cui Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives abbia vinto la sessantatreesima edizione del Festival di Cannes.
Noi invece siamo a “Cannes a Roma” ribattezzata “Canne a Roma”… una rassegna dove evidentemente Tim Burton e Giovanna Mezzogiorno fanno uso di sostanze psicotrope… Il film è un bad trip e come tale io lo affronto. Pensare sempre che non sarà per sempre… che prima o poi finirà… Niente panico… Ma cazzarola sto film non finiva mai… un’ora e quaranta di martellamento lento e incessante, roba da prendere per il bavero Nanni Moretti (anche se non c’entra niente) e dirgli “Ah stronzo… Aridacce i sordi”, così solo per sfogare il malessere di essersi fatti trombare senza ritegno e non da un pesce.
L'abbinamento non può che essere cinematofrafico... se proprio volete abbandonarvi a i piaceri del cinema orientale.. rimanete concentrati su film come Thirst di Park Chan-wook oppure su In the mood for love di Wong Kar-wai... Il primo vira ad un horror che ve lo sognate, il secondo è uno splendido film d'amore..

martedì 12 ottobre 2010

The Town


L’eclettico Ben Affleck, attore, regista e sceneggiatore alla sua seconda regia non ci regala niente di eclatante.
Qui a onor del vero potrebbe concludersi la recensione… perché sprecare tempo per parlare di the town? Storia trita e ritrita, personaggi da anello mancante tra uomo e scimmia che riscoprono i sentimenti, una direttrice di banca bona che lascia il lavoro per piantare bulbi.
Sia chiaro... la messa in scena non fa proprio schifo ma ci mancherebbe pure altro…
Dando per scontato che chi si mette dietro una macchina da presa sappia concepire il quadro generale eccetera eccetera... il problema resta quello di una storia senza alcun mordente…
E poi c'è un problema a monte in questo film... la faccia da scemo di Ben Affleck... Pensate che per non metterla sui cartelloni gli hanno fatto mettere una maschera come in Point Break...
Detto ciò vi lascio con la nuova consuetudine del finale da leggere per chi è curioso di conoscerlo senza aver visto il film oppure per chi ha visto il film e non lo ha capito…

Come finisce the town
Per conoscere il finale selezionare il seguente testo
Ben Affleck vorrebbe abbandonare la vita di ladro criminale per fuggire con la donna conosciuta durante la rapina e con cui ha intrecciato una relazione amorosa. Il suo committente però gli commissiona un ultimo furto minacciandolo di fare fuori la donna se lui si rifiuta.
Il colpo però va a finire malissimo, Ben se la cava, uccide il committente, fugge non si sa dove e lascia tutti i soldi alla donna con un biglietto in cui le dice che prima o poi si rivedranno.
Ecco… io avrei preso i soldi sarei fuggita alle Bahamas e tanti saluti a quel bamboccione di Ben Affleck. Lei invece probabilmente lo aspetterà!
Fino qui!

Abbinamento
Considerata l'espressività di Ben Affleck mi verrebbe voglia di abbinare questo film alle patate di Avezzano.. ma poi farei un torto a queste ottime patate abbruzzesi, quindi mi assesterei sul consigliare di rispolverare qualche bel film di rapine dove ci sia almeno un minimo di suspance... nel citare nuovamente il caposaldo Point Break...  consiglierei "Due sporche carogne" (titolo originale Adieu l'ami) del 1968. Un film francese di Jean Herman con due interpreti di eccezione: Alain Delon e Charles Bronson. Un film che a me è sempre piaciuto tanto! ...e quanto era bello Alain... altro che Ben!

martedì 5 ottobre 2010

La solitudine dei numeri primi

  • Cinema Admiral o King... nemmeno me lo ricordo...

Visto qualche settimana e mentre il ricordo già sta svanendo mi accingo a parlarne…
Non vorrei sembrare la solita vecchia in fila alle Poste che inveisce su Berlusconi, colpevole finanche della sciatica che l’attanaglia… però ai miei tempi c’erano dei film che li vedevi e li rivedevi, che ti stregavano per la capacità di raccontarti ogni volta qualcosa di nuovo eppure sempre diverso.
La solitudine dei numeri primi è uno di quei film che francamente non mi salterebbe mai in testa di rivedere, noioso, troppo lungo e con una serie infinita di tempi morti.
Il libro non l’ho letto.. non leggo mai questi best-seller/casi letterari che fanno bella mostra in libreria, che te ne trovi almeno due o tre copie sotto l’albero a Natale, che dopo averli letti dici sempre la stessa cosa: “bello, bello, una lettura scorrevole….”, senza neanche sapere bene il perché. Belle confezioni, ben pubblicizzate e presentate col fascino di un chilo di carote nel banco frigo del supermercato. Le compri perché le carote dove le metti stanno, un paio à julienne nell’insalata, due o tre a tocchetti nel minestrone e, se proprio quel giorno ti salta il ghiribizzo, ci aggiungi patate, piselli e maionese ed esce fuori una bella insalata russa.
Insomma le carote le compri senza neanche chiederti il perché ma poi tanto le usi e oltretutto si conservano per un sacco di tempo in frigo.
Ma parliamo del film… costruito su vite profondamente avviluppate ai sensi di colpa, come pilastri imprescindibili di psicologie immobili e tendenti all'autistico. Incapacità cronica di vivere, nell'accezione di progredire, andare avanti... masochismi estremi di solitudini e ferite autoinflitte in cui si sceglie di indugiare nel capovolgimento dei valori emotivi.
Possibile solo nella chiusura della cintura montana che avvinghia Torino... a Roma sarebbe stato tutto un fiorire di malimortaccitua e pacche sulle spalle…
La Rochwacher magrissima e col trucco a panda, l’altro nemmeno pervenuto. Cronologia destrutturata, che sia maledetto Tarantino! Basta, basta… veramente… Che qualcuno dimostri di saper fare un film raccontando una storia dall’inizio alla fine senza ingarbugliare tutto, cosa che a me sembra più un espediente da quattro soldi per dare un falso movimento a vicende stantie.
Colonna sonora ammiccante... sfido chiunque a non eccitarsi sulle note di Yes Sir I can boogie all night long delle Baccarat... che poi mi sa pure che che quel "boogie" ha un doppio senso...
Un film che punta ad un estetismo anni Settanta d’alto bordo senza averne la carica epocale.
E ora… visto che moltissimi accessi al mio blog avvengono perché esiste una miriade di persone che cerca “Come finisce il dubbio?”, “Come finisce Inception?”, “Come finisce Fish Tank?”… ho deciso di inaugurare la minirubrica fissa “Come finisce…”

Come finisce la solitudine dei numeri primi?
Se vuoi saperlo seleziona il seguente testo scritto in bianco!
Alice, dopo un matrimonio fallito, ci arintuzzica e cerca Mattia divenuto stimato ricercatore in Germania. Lui accorre ma ancora una volta non riesce ad esprimere nulla tranne un imbarazzante silenzio quindi fugge via. Alice lo rincorre e lo trova seduto con lo sguardo perso nel vuoto su quella panchina dove da bambino aveva abbandonato la sorellina segnando tragicamente il destino di entrambi. Alice capisce che deve essere lei a fare il primo passo altrimenti sto mammocchione non si deciderà mai… quindi finalmente gli mette una mano sul… sulla spalla… che pensavate? E forse insieme avranno una speranza di essere felici (io ci credo poco che tra tutti e due fanno un quadretto..)….
Fino qui!

Abbinamento
Suggerimento cinematografico… recuperate Il romanzo di Mildred un bel drammone con Joan Crawford del 1945 diretto da Michael Curtiz. Il soggetto del film è tratto da un romanzo di James M. Cai, che voglio dire.... è quello del postino che suona sempre due volte, della fiamma del peccato and so on. Insomma uno che sapeva scrivere....  Non solo è un filmone come non ne fanno più ma presto io e il Ballestrero lo includeremo in una delle nostre serate Cineclub! Buona visione

lunedì 4 ottobre 2010

The last air bender

  • Cinema Arlecchino di Trapani... Via Marconi, 12 Telefono 0923 554 520
    per arrivarci dal centro.. chilometri a piedi...

Delusione annunciata per questo film tratto dall'ennesimo videogioco, questa volta con spunti New-age.
In the last air bender c'è tutto quello che non si vorrebbe mai vedere sullo schermo... bambini saggi come il Dalai Lama, arti marziali a profusione e le scene raccontate da una voce narrante e didascalica che tradisce l'incapacità di conferire fluidità e senso compiuto alla storia. 3D non pervenuto ma questa ormai sembra la regola oltre che la trovata più remunerativa del decennio!
Dio santo, poi mi sono detta quando ho visto la creatura pelosa.... Allora non è passato un solo giorno dalla Storia Infinita... Il terribile cagnone di pezza che vola torna a distanza di vent'anni come se niente fosse... Altro segno tristemente premonitore di un revival degli anni Ottanta che sembra approssimarsi sempre più inesorabilmente.
Interpreti multi etnici e costumi che se la giocano tra l'estremo oriente e Venezia fanno da sfondo alla dominazione dei quattro elementi. E ad un certo punto ci sono anche i pesci come nello Zio che ricorda le vite precedenti...
Il film alla fine risulta essere un primo puntatone per un pubblico preadolescenziale in crisi da astinenza da Harry Potter e Il Signore degli Anelli...
Non appassiona, non crea tensione ma magari sti ragazzi impareranno che cosa è la meditazione...
M'hai detto gnente!

Per riprendersi da una tale visione un buon ristorante nel centro storico di Trapani, la Bettolaccia via gen. Enrico Fardella, 23/25 Trapani  tel 0923 21695. Cucina sincera, ingredienti freschi e gustosi, ambiente informale con stile, grande disponibilità del proprietario... Non rimarrete delusi, nemmeno sui dolci!

domenica 3 ottobre 2010

La passione

  • Ancora Cinema Diana a Trapani, questa volta grande affluenza di pubblico per l'ultimo film di Mazzacurati....

Spunti affastellati malamente, personaggi caricaturali abozzati con l'accetta.
Sceneggiatura incerta e zoppicante, incapace di tirare le fila di un mosaico disordinato e inconcludente.
Teatrino senza senso che prelude ad una messa in scena della Passione senza il necessario spessore.
Cast stratosferico sotto utilizzato e allo sbaraglio.
Orlando che rifà per l'ennesima volta sé stesso in un'interpretazione totalmente mancante di empatia...
Gli attori sembrano tutti lasciati liberi di impersonare il loro aspetti peggiori e stereotipati... La Paiato fa teatro, Guzzanti fa sempre "Avanzi", Messeri il solito toscanaccio perennemente incazzato.
Un film inutile di cui non si sentiva la mancanza o la necessità. Un'evidente involuzione registica.
E poi basta con il cinema nel cinema...
Ma è proprio così difficile trovare una storia decente???

Trattandosi sempre di trasferta sicula segnalo la pizzeria Aleci, Viale Duca d'Aosta, 13 tel. 0923 547176 Trapani.
Questa pizzeria è famosa per il suo menu essenziale... pizza e... patate... precisamente le celebri patate vastase... una cosa che rasenta la libidine pura. Cotte nel forno a legna con mozzarella, cipolla, pomodoro... Una specialità assolutamente imperdibile!