domenica 7 febbraio 2010

An education


In un’Inghilterra dove ancora devono fare la loro apparizione i Beatles la vita è grigia e noiosa…

Sedicenne inglese incontra l’uomo perfetto, abbandona la scuola, rinuncia alla laurea per “sistemarsi”, con la connivenza dei genitori che vogliono vederla sistemata…
Lui ha il volto un po’ viscido di Peter Sarsgaard e fin dalla prima apparizione sullo schermo ti dici che qualcosa non quadra… Quella faccia un po’ gommosa, l’occhio liquido, il sorriso da pervertito… E infatti si scopre che vive di espedienti con la capacità di farsi passare per una simpatica canaglia. La giovane ragazza, vittima della sindrome di Pretty Woman, si rifà il guardaroba, cambia pettinatura e inizia a portare i tacchi e di concedersi le gioie del sesso per la prima volta. Lui curiosamente le propone di utilizzare una banana e lei giustamente resta interdetta.
Cambio di scena: l’hanno fatto (pare senza l’ausilio della banana) e lei un po’ annoiata dice: “Certo…. Se ci pensi tutta la poesia, tutta la letteratura per una cosa che dura meno di niente”...
“Eh già…” risponde lui…
Capiamo così che Sarsgaard è tutto fumo e niente arrosto, solo che l’ingenua ragazzetta è convinta che sia la norma.
Insomma…lui è una specie di ladro e a letto è una frana…Io direi che già solo uno solo dei due aspetti sarebbe sufficiente per uscire con la scusa di andare a comprare le sigarette e non tornare mai più.
A niente valgono le parole della sua insegnante e della preside, una Emma Thompson che ormai sembra relegata esclusivamente a ruoli cameo, entrambe incapaci di motivare la giovane sgallettata a trovare la propria strada.
Nel frattempo i due vanno a Parigi, lui le regala l’anello, si decide per il matrimonio… lei è talmente sicura di quello che fa che quasi quasi ti convinci anche tu che un week-end nella ville lumière val bene una laurea in lettere ad Oxford. I genitori borghesi sono al settimo cielo, le compagne tutte eccitate, la prof zitella rosica, lei butta i libri di latino nel cesso e, colpo di scena, scopre che lui è sposato e ha pure un figlio. Mortacci che fregatura! Che stronzo!
Sul film… indubbiamente si lascia vedere con curiosità anche a causa dei cambiamenti di registro ma il finale è veramente deboluccio e liquida tutto come un incidente di percorso nella più arida tradizione borghese.
Le mie considerazioni:
Se dovete farvi un mazzo per laurearvi fatelo per qualcosa di più utile di una laurea in lettere, altrimenti quando vi chiederanno cosa vi ha spinto a scegliere questa facoltà sarete costretti per tutta la vita a rispondere: “per cultura personale…”.
Ma soprattutto... Se il vostro partner a letto è una frana, non ci pensate nemmeno un secondo... cambiatelo!

Abbinamento cinematografico con un grande classico del passato L'ereditiera (1949) diretto da William Wyler con Olivia De Havilland e Montgomery Clift. Tratto da un romanzo di Henry James descrive il personaggio femminile assegnandogli una dignità ed una grinta sconosciuta alla sedicenne inglese...

1 commento:

Silvia Azzaroli ha detto...

Ahahah grandiosa Marlucchina. Sono felice che qualcuno faccia notare l'idiozia della protagonista(sgallettata giustamente)e il fatto che il suo lui sia palesemente un imbroglione.
Scusate il risvolto femminista: ma possibile che noi donne dobbiamo sempre farci fregare da degli stronzi che si vede benissimo che sono degli stronzi, ma no, siccome sono piacioni, allora ci dovrebbero conquistare?Solo io odio il piacione a cui tirerei in faccia un vaso da notte, ovviamente pieno?Poi far interpretare il piacione di turno da Sargaard che ha il fascino e il carisma di una pantegana in cattività, nonché il talento attoriale del mio calorifero d'estate...
Concludo dicendo che:1-Hai ragione a dire che bisogna mollare questi ometti incapaci(mica è sempre vero che sono tutti così e che diamine), a loro viene sempre perdonato tutto?2-Hai ragione a dire che la povera Emma Thompson è troppo relegata in un angolo-_-'''