giovedì 23 aprile 2009

Fuori menu

  • Mercoledì 22 aprile 2009, Città del Gusto in Via Enrico Fermi, 161 tel 06551 21
  • Niente biglietto perché si trattava di un'anteprima gratuita!

Il Gambero Rosso ha sponsorizzato l’anteprima di questo divertente film spagnolo che è stato proiettato nel Teatro della Cucina, all'interno della Città del Gusto.
Parto col dire che trattandosi di cinema spagnolo questo film viene lanciato a livello pubblicitario come “almodovariano”… ma vi assicuro che di Pedro in questo film non c’è nemmeno l’ombra… non c’è la carica eversiva di Pepi, Luci, Bom y las otras chicas del montón degli esordi ma neanche la matura drammaticità, intrisa di ironia e di sentimento di Tutto su mia madre… ma senza essere necessariamente un epigono del più celebre regista ispanico Fuori menu è comunque un film che a tratti ti fa anche sganasciare dalle risate.
M'hai detto gnente!? Di questi tempi? Dopo che hai visto Louise-Michel e avresti voluto dare un paio di legnate sui denti al regista?
Ma dio santo viva le risate!
Il primo tempo manca del mordente necessario per legare le battute a raffica, i dialoghi avrebbero necessitato di un ritmo più sincopato... ma poi nella seconda parte, forse perché il gioco è più sfacciatamente esibito, tutti i pezzi della storia si incastrano in maniera spumeggiante..
Il protagonista è un cuoco di quelli che fanno cose molto chic… spumine, composizioni artistiche sul piatto, una caccoletta qua… una caccoletta là… et voila! Il piatto è pronto per essere esposto al Guggenheim! È gay ma in gioventù si è sposato e ha fatto due figli (praticamente ha fatto il percorso inverso della canzone di Povia.. che non ho mai sentito ma, cazzo, ne hanno parlato pure i muri…). Vabbè insomma a sti due figli muore la madre e lui se ne deve occupare con un certo iniziale fastidio....
Tutta la pellicola è disseminata di battute a volte un po’ grevi… ma che alla fine fanno ridere ma bisogna ammettere che non sono poi troppo lontane da quelle che avrebbe fatto er monnezza al suo amico Bombolo…. Solo che qui è tutto più elegante e quindi ci divertiamo senza sensi di colpa su tutta una serie di luoghi comuni sui gay.
Io devo dire però che il mio caposaldo della comicità in un film “gay” è “Di giorno e di notte” che, porca puttana, non passano mai in TV e non si trova nemmeno in DVD… Adoroooooo “Di giorno e di notte”.. anzi chi avesse la possibilità di farmene una copia faccia un fischio….
Ma vado avanti con la trama… Lo chef ha una maitre al limite della ninfomania che si invaghisce di un tipo che tutti dicono essere tanto carino e che invece a me non dice niente…
Eh… oh…. I gusti so’ gusti… a me il tizio proprio non dice nulla… e comunque lui è invaghito dello chef e quindi tutta una serie di malintesi fino al patatrac finale che è una baraonda di riconciliazioni familiari, amori che trionfano e stili di vita che cambiano.
Lo chef infatti decide di rinunciare all’ambita stella Michelin per aprire un ristorante molto meno impegnativo… come dire che passa dalla Pergola dell'Hilton all’immediatezza di un Gigi lo zozzone.
Detto tra noi... Secondo me quelli del Gambero Rosso non l’avevano visto sto finale così distante dai loro concetti di frou frou food style, massima qualità/massimo prezzo, anche l’occhio vuole la sua parte anzi ne vuole una parte più grande dello stomaco, eccetera eccetera…
Dunque se volete vedere un film divertente potete anche andare… sappiate che il cibo è solo uno spunto e un presupposto…. Diciamo che Ratatouille è molto più orientato sull’argomento di Fuori menu…. Sono altri i temi accennati… come quello sulla libertà di vivere la propria identità sessuale ma prima ancora sentimentale in una Spagna dove a dispetto di leggi politico/sociali che tutelano i diritti dei gay evidentemente si sente ancora il bisogno di fare un film dove qualcuno è sul punto di rinunciare a quello che forse è l’amore della sua vita per non incappare nel giudizio dei “benpensanti”.
Nota di merito al personaggio di Ramiro che era troppo divertente e che è il protagonista assoluto di una delle scene più divertenti ovvero quando colloquia con l’ispettore della Guida Michelin… una scena che rischia di diventare un cult!

Abbinamento doverosamente mangereccio non con un ristorante di cucina spagnola bensì con cucina indiana… il Tandoori, in Via del Vigneto, 193 tel 0697610172 che proprio mercoledì faceva una grande inaugurazione… previste circa 500 persone e musica dal vivo… Peccato non esserci andati.. Però si può sempre andare al Tandoori e in un’atmosfera a metà tra Bollywood e Happy Days si potranno gustare non poche gustose specialità. Gnam!

domenica 19 aprile 2009

Franklin

  • Sabato 18 aprile 2009, Cinema Doria in Via Andrea Doria, 52 tel 0639721446

Franklin piomba nelle sale italiane in sordina, senza nessuna pubblicità e con l’etichetta di “fantascienza”… un’etichetta capace di allontanare una grossa percentuale di pubblico abituale… ma anche di richiamare coloro sempre in crisi di astinenza da questo genere… detto ciò di sabato sera a vedere questo film ci sono solo 5 persone in sala…

I primi 40 minuti sono criptici, apparentemente non c’è nessun filo logico nel dipanarsi della trama, poi qua e là dei bagliori squarciano il buio in cui si è brancolato fino a quel momento.
La visione dell’essere umano come entità interdimensionale che vive contemporaneamente su diversi piani di esistenza è affascinante e si apre ad una serie di scenari praticamente infiniti.
In questa visione Franklin è il punto di incontro o meglio il nodo che viene al pettine in un dato luogo e in un preciso momento. Scopriamo così che una giovane donna irrisolta con il bellissimo volto di Eva Green è anche l’amica immaginaria di un giovane che è stato abbandonato all'altare e che un militare probabilmente sconvolto dalla guerra in Iraq è anche un giustiziere in una Londra che è un'orgia gotico/barocca, tra Blade Runner e Brazil, passando per Gotham city.
Non sembrano esserci contatti tra le diverse dimensioni del corpo e dell’anima, non ci è dato comunicare tra i diversi mondi ma qualcosa nonostante tutto trapela… disegni su un tavolo che potrebbero sembrare il delirio artistico di un’artista senza pace rappresentano scorci della Londra parallela... E poi abbiamo anche un personaggio misterioso che dietro l’apparente stato dimesso di un inserviente dispensa parole capaci di evocare nei personaggi la strada da seguire.
Tra simbologie e stati d’animo dolenti, esseri che vivono nella costante ricerca di un qualcosa di indefinibile, forse la riconnessione con le altre parti del sé… Franklin riesce a ipnotizzare lo spettatore (almeno lo spettaore Cinefilante…), grazie anche ad una fotografia riuscitissima che rende splendidamente l’umidità e la grigiosità del clima britannico.
Da segnalare nel cast Susanna York, indimenticata interprete di altre pellicole che hanno a che fare con dimensioni altre, da “L’australiano” di Jerzy Skolimowski all’altmaniano “Images” e anche Richard Coyle, conosciutissimo in UK per la sua partecipazione a Coupling, una sit-com a metà tra Friends e Sex and the city (probabile che l’abbia vista solo io…).
Insomma Franklin non attirerà milioni di spettatori e forse a molti non piacerà ma è un bel film di quelli che ti lasciano con delle sensazioni e qualche domanda a cui si vorrebbe più di una risposta....

A questo film abbino una chicca veramente unica…Doozo (che in giappolanguage vuol dire “prego”) è una libreria giapponese, spazio espositivo, ristorante e sala da tè e nasconde al suo interno uno splendido giardino dove all’ombra di un abella magnolia è possibile trovare ristoro dopo una lunga passeggiata in centro. In Via Palermo, 51/53 tel. 064815655, ad un passo dal caos di Via Nazionale si trova questa oasi di pace dove verrete accolti con grazia e simpatia. Se fosi in voi io ci farei un salto immediatamente!

domenica 12 aprile 2009

Louise MIchel

  • Sabato 12 aprile 2009, Cinema Jolly in Via Giano della Bella, 4 Tel. 0644 232 190

Geniale! Unico, assolutamente imperdibile... sceso come un dono del cielo a riconciliarci col cinema in questa santa pasqua...
Eh no... la verità è che questo film entra di diritto nella rosa dei 10 film più brutti degli ultimi 10 anni.
Incapace finanche di strappare un'increspatura delle labbra figuriamoci se è in grado di far "sganasciare" dalle risate o di essere geniale.
Dio santo... ma cosa gli passa per la testa alla gente?
Comincio a leggere alcune settimane fa di questo gioiellino francese.. un qualcosa di esilarante, da sentirsi male dalle risate, con tocchi di grottesco che raggiungono alte vette di cinismo...
Passano i giorni e al di fuori della critica ufficiale si iniziano a leggere in rete le recensioni del pubblico... Qualcosa non quadra... per molti Louise Michel è una merda inguardabile.
Chi avrà ragione? Se una delle mie riviste preferite parla di Louise Michel come di un capolavoro mentre molte persone che conosco dicono che fa schifo.... a chi do retta?
Si dice che non ci si possa fare un'idea a meno di non aver fatto l'esperienza diretta ma effettivamente io non ho bisogno di andare ogni anno a vedere il film con Christian de Sica per sapere che non mi piacerà.
Fatto sta che ieri dovevo andare a vedere Two lovers, se non altro perché il cinema King è più vicino...
siamo arrivati al punto che scelgo un film in base a quante energie devo impegnare per vederlo.. dunque i parametri sono:
  • vicinanza
  • difficoltà di parcheggio
  • presenza di locali come bar, gelaterie, pub per un buon "dopo cinema"
Il film viene dopo.. come dire "the media is the message", cioè "andiamo al cinema" per passare una serata e non per vedere "quel" film.
Potenza dell'abbassamento dello standard qualitativo... E poi si lamentano della crisi... fanno film di merda e poi si lamentano che la genete non vada al cinema.
Invece di fare buoni film si trasforma il cinema in un'altra cosa... in una fruizione di striscio che poco ha a che fare con la pellicola.
Ma questo è un altro discorso, torniamo alla merda...
Brutto, brutto , brutto ma non di quel brutto fastidioso che in qualche modo tocca le corde nascoste del rifiuto o del non sapere stare di fronte a situazioni ai limiti dell'(in)umano... è il brutto inutile, quello vuoto e stupido della banalità e dell'ignoranza.
Louise e Michel sono un uomo e una donna (esattamente n quest'ordine) plasmati da una totale assenza del minimo barlume culturale ma soprattutto da una totale mancanza di rispetto per loro stessi. Reietti in una società reietta, si incontrano e nel totale automatismo di un'emarginazione di cui paradossalmente sono parte integrante, non disdegnano l'omicidio come unico mezzo capace di riportare giustizia in un mondo sbalestrato e concepito e costruito secondo infiniti gironi infernali.
La loro unione, non solo simbolica ma anche fisica, li farà generare anche un figlio (dio santo.. poveretto lui...).
Il film parte malissimo.. con un avviso a restare oltre i titoli di coda... e oltre il danno subiamo anche la beffa... la scenetta teleraccontata dopo i suddetti titoli è priva di qualsiasi mordente, morale, umorismo o più che altro priva di senso di esistere. Una coda inutile e posticcia.
Alla fine del primo tempo ancora non è successo nulla tanto che ti cheidi "ma che cazzo mi vuole dire sto film?". Tutto è approssimativo, vuoto, inutile (l'ho già detto? E vabbè... abbiate pazienza.. non è che ci sia da dire molto altro...).
Ogni tanto qualcuno azzarda una risata in sala... mistero... ma del resto sono cosciente che ognuno vive nel proprio universo e quindi accetto questa allucinante perversione nell'universo altrui. Certo poi penso.... sì, ciascuno vive nel proprio universo... ma alcuni vivono proprio in un universo di merda.
Detto questo va detto che io sono un'amante del grottesco, non è che io ci vada per il sottile... l'humor nero e il cinismo mi deliziano notevolmente. Ma vi assicuro che con Louise e MIchel non siamo da queste parti...
Ah.. azzardo un'ipotesi (agghiacciante) sul perché questo film è piaciuto al critico di sinistra... forse perché Louise e Michel vogliono ammazzare un "padrone" (e tra l'altro manco ci riescono) e di fronte al rigurgito proletario del povero operaio sfruttato che si ribella si mettono in moto una serie di meccaniche di godimento sessuale di certo più soddisfacenti delle ormai quotidiane pippe (anche mentali) di cui il critico (o lo spetattore) di sinistra non riesce a fare a meno.
Sarebbe utile che in tempi attuali la rivoluzione parte dal sé, dal rispetto per sé stessi e non dall'assassinio... che non si può continaure a pretendere proprio da chi ci governa gli strumenti per evolverci al di sopra di quelle sbarre che ci vengono imposte per mantenere lo stato delle cose.... è stupido e inutile pensare questo.. stupido e inutile proprio come Louise Michel.
Et maintenat... sono sulla croce... flagellatemi pure!

Provengo da un giro a piedi per Roma che mi ha portato a scoprire dei posticini veramente superiori.. trattasi di gioiellini cultural/mangerecci per cui mi ringrazierete nei secoli dei secoli. Amen! Però... non ci penso nemmeno ad abbinarli a sta schifezza di film... quindi li tengo in caldo per la prossima bella cosa che vedrò. Quindi comunque vorrei segnalarvi i miei idoli televisivi... Sono profondamente innamorata di entrambi Matt Lucas e David Williams i mattatori di Little britain... guardate e godete.. altro che Louise Michel...