domenica 14 settembre 2008

In Bruges

  • In un pomeriggio piovoso che si doveva passare al mare si ripiega su un film da Blockbuster.
Avevo visto il trailer di In Bruges al cinema e mi ero detta: "Sto film.. nemmeno se mi pagano...".
Non mi ha pagato nessuno, anzi ho pagato io per il noleggio ma non c'era molto altro da noleggiare... e poi nel corso dei mesi i miei guru cinematografici mi avevano messo la pulce nell'orecchio... "guarda che non è male.. anzi...".
Dunque nella mia infinità apertura mentale mi ero già decisa a vederlo, solo che per mesi l'hanno fatto solo al Madison, un cinema che ha ricavato delle minisale pure dai cessi, con l'odore che è rimasto tale, mischiato a quello di muffa. Ora forse non tutti sanno che io sono puzzofoba e tendo ad evitare i posti puzzogeni, in alternativa sono capace di lamentarmi senza soluzione di continuità.
Quindi eccomi a casa sul divano a dire: "Che dio ce la mandi buona..." (che un po' di diffidenza nei confronti di In Bruges continuo ad avercela...).
E invece... La prima bella sorpresa una colonna sonora ammaliante, nostalgica del veterano Carter Burwell. La musica mi mette sull'attenti e prima ancora delle immagini mi trasporta in un viaggio sinestetico che cattura la mia attenzione. Bruges mi ha sempre affascinato come tutti i luoghi che mantengono intatto il loro passato e a poco a poco comincio a farmi piacere anche Colin Farrel che non ho mai sopportato... Mi avvinghio subito alla storia e la mente comincia a vagare su quelle che sono le sottotracce di un film che, all'epoca dell'uscita, in sala venne spacciato e liquidato come "tarantiniano"... Che poi bisognerebbe capire se "tarantiniano" sia un complimento o un'offesa...
Dunque in Bruges, scena dopo scena si rivela nel suo percorso catartico, nei suoi innumerevoli richiami a quello che sarà il suo epilogo... un finale che non risparmierà nessuno dei protagonisti, nonostante il tentativo di redenzione ed espiazione.
Ci mette sulla strada la visione del Giudizio Universale dell'immenso Hieronymus Bosch che nella sua dirompente visionarietà tocca le corde più profonde dei due protagonisti.
I due (Un ottimo Brendan Gleeson e il rivalutato Colin Farrel) intrattengono un rapporto che sembra trarre la sua energia da un gioco delle parti vecchio come il mondo, in cui i momenti "comici" si bilanciano e si rilanciano da una spalla all'altra, permettendo una caratterizzazone dei personaggi a tutto tondo. Si aggiunge nella seconda parte del film un Ralph Fiennes, duro ma con principi "morali" tutti suoi.
Per quanto la solita aggiunta italiana al sintetico titolo originale suoni orrenda as usual.. potrei quasi azzardare che sia esplicativa. "La coscienza dell'assassino" infatti viene messa a nudo nelle sue peculiarità e incongruenze fatte di codici di onore, regole e disperati tentativi di aggirare il tutto...
Surreali comprimari sono un nanetto, una ragazza un po' deliquente, un naziskin e la tenutaria di un albergo incinta e determinata.
I dialoghi sono divertenti, mai banali e fanno da contraltare all'aria rigorosa e severa di Bruges che non allenta mai la sua presa sui personaggi e pur caratterizzando la pellicola, al pari di una protagonista assoluta, assume i contorni di un "non luogo" e si tramuta in un crocevia del destino come un'inconsapevole Samarcanda. Mi piacerebbe lanciarmi in un'analisi di Bruges come catalizzatrice di vita e di morte e di come simbolicamente i tre protagonisti principali siano "vittime" del richiamo (o repulsione) per questo luogo ma lascio solo questo accenno... e lo stempero nella suggestiva e onirica scena finale...
Va bene... insomma si è capito che il film mi è piaciuto davvero molto tanto che nella mia personale classifica lo includo nei migliori del 2008.
Il noleggio in DVD presenta inoltre parecchie scene tagliate o estese e piacevoli gag dei protagonisti quindi tutto sommato aggiunge qualcosa alla visione cinematografica (una volta tanto). Buona visione!

Questa mattina una bella colazione al Gran Caffè Vescovio, nell'omonima piazza al numero 6/b, Tel. 0686211005 che cappucineggia piuttosto bene ma soprattutto ha i mgliori cornetti della zona, fragranti, saporiti con tanta crema.. è anche un ottimo catering sia per il dolce che per il salato e nel tardo pomeriggio si attrezza per un discreto aperitivo... Aperto la domenica ma chiuso il sabato.
Ora vi saluto che vado a fare una bella torta al cocco...

venerdì 12 settembre 2008

X-files: I want to believe

  • 11 settembre 2008 Cinema Odeon di Piazza Jacini…
  • All’uscita del cinema la gioventù di Vigna Clara, con macchine di grossa cilindrata, sgomma a velocità inaudite come fosse posseduta dal demonio… Visione ben più inquietante del film…
Chi ha seguito l'incedere delle stagioni televisive di X-files non si potrà esimere dalla visione… C’è la curiosità ma soprattutto ci sono le allucinanti baggianate che scrivono i giornalisti che pedissequamente riportano cartelle stampa furbette e (quelle sì) fantascientifiche…
Si era detto che questo film chiudeva il cerchio, che la storia era talmente unica da aver costretto la produzione a scrivere delle finte sceneggiature per fare i provini. Frescacce!
Ci troviamo di fronte ad un film che a livello di scrittura è un telefilmone, prendiamone atto e prendiamolo così come ce lo propinano...
La prima delusione è l'assoluta mancanza degli argomenti trattati nella prestigiosa serie… gli alieni sono ridotti ad una citazione su di un poster, che sembra dimenticato sulla parete di un adolescente attempato... quei fatti, un tempo inspiegabili, che lasciavano quel senso di irrisolto e di vaga inquietudine sono vacanti, gli intrighi, le cospirazioni, l’ambiguità che caratterizzavano i personaggi (la stessa Scully) sono totalmente dissolti come nella routine di un matrimonio che si trascina stancamente. “I want to believe”… ma de che???
Ecco quindi che il telefilmone scorre come un qualsiasi episodio, di quelli che però non restano negli albi d’oro, bensì classificati tra quelli un po’ più ordinari, quasi dimessi.
David Duchovny reduce da Californication, serial ad alto tasso scopereccio, nonostante tutto non riesce a togliersi dalla faccia quell’espressione da giovane seminarista asessuato che vuole tanto bene alla mamma, Gillian Anderon invece mostra i segni del tempo che passa con uno stile invidiabile e ne acquista in fascino, esaltato anche dalla fotografia personalissima di Bill Roe. Sembra quasi ci sia il tentativo di ammantare la pellicola di una patina leggerissima di incertezza, non ci troviamo di fronte a luci nette e a contorni decisi ma ad un’opacizzazione accennata che crea un certo calore nonostante le scenografie innevate.
Ad affiancare i due protagonisti assoluti la bella ma irrimediabilmente mascolina Amanda Peet, un’attrice che nonostante le innumerevoli prove non riesce ad ottenere la consacrazione di una Julia Roberts o di una Nicole Kidman…. Poi c’è Bill Connolly nella parte del prete sensitivo e pedofilo che, testuali parole, si è “infilzato” ben 37 chierichetti…
E forse questo aspetto scabroso è l’unico tentativo di dare uno spessore alla pellicola, nell’accenno a disquisire del bene e del male e su quale parte dio abbia in tutto questo…
Se vogliamo trovare un pregio a questo film forse l'unico è quello di riportare momentanamente indietro nel tempo, ad un periodo in cui per svariati anni si sono condivise le avventure dei due agenti dell’effebìai. E' come ritrovare dei vecchi amici che non vedevi da tempo... Ed è appunto questo l’unico motivo per cui qualcuno dovrebbe andare a vedere I want to believe che altrimenti risulterebbe assolutamente incomprensibile la caratterizzazione dei personaggi e soprattutto la relazione che c’è tra di loro.
La storia fa acqua da parecchie parti e non si autosostiene al di fuori del telefilm originario.
E questa è una cosa allucinante.. cercare di trasformare l'opera cinematografica, unica e compiuta, in una fiction a puntate...
Il finale poi…. Trafigge come una pugnalata alle spalle… I due “eroi” su una romantica barchetta ci fanno ciao ciao con la manina come se fosse il filmino delle vacanze di due imbecilli in vacanza a… vabbè non lo dico se non tutti quelli che vanno in vacanza lì si offendono….
Insomma non ci hanno risparmiato nemmeno sta cosa un po’ indegna, tra l’altro messa a tradimento alla fine dei titoli di coda (che solo io e il Ballestrero siamo rimasti a vedere mentre le altre 4 persone presenti in sala si sono dileguate, perdendosi sdolcinato epilogo).
Un plauso comunque alla regia di Chris Carter, regista storico della serie che riesce a fare un lavoro di cinema totalmene svincolato dai tempi e dalle convenzioni televisive. Peccato che senza una storia coi controcojoni tutto ciò non basti a fare di I want to believe un buon film… è solo l'ennesimo prodotto ben confezionato ma senza sostanza... e non se ne può proprio più...
E peccato anche che ormai il pubblico nemmeno se ne accorga più che mancano le storie, precipitandosi al cinema comunque, richiamata solo da pubblicità ingannevoli, consuetudini e automatismi, tuttalpiù da un nome di richiamo. E se ormai è così.. chi glielo fa fare ai produttori di cercare storie valide?

Abbinamento con il ristorante attiguo al cinema ovvero il Ristorante Jacini, nell'omonima piazza al numero 19, tel 06 36381581, sempre pieno di gente alla faccia della crisi. Un faro nella desolazione notturna di un quartiere dove è impossibile trovare qualcosa di aperto. Funziona anche da bar ed è perfetto per un caffè precinema, hanno il forno a legna per le pizze e l'immagine del locale è molto curata... Prezzi adeguati alle auto di grossa cilindrata che sgommano nella piazza...
Al piano di sopra della strana struttura che potremmo definire un centro commerciale ante tempore troneggia un altro ritorante dal simpatico nome "Ta dà dattà" che si pubblicizza come osteria. Andrebbero provati entrambi ma al momento in lista d'attesa ho un nuovo ristorante indiano di cui spero di poter raccontare a breve... gnam!

venerdì 5 settembre 2008

Hairspray

  • Sky è sempre peggio....

Sentii parlare per la prima volta di John Waters che avevo 15 anni, era appena uscito Polyester, pubblicizzato come il primo film in "odorama". Io ero impazzita dall'entusiasmo al pensiero che all'entrata, insieme al biglietto, ti davano questo cartoncino con dei numeri sopra, durante il film appariva in un angolino dello schermo uno dei numeri, bisognava grattare e usciva fuori il profumo inerente. Certo trattandosi di John Waters non è che si trattasse di odor di rosa e nemmeno di torte appena sfornate bensì cacca, vomito e altre cose del genere. Io ero comunque entusiasta e mi ricordo le facce disgustate delle amiche a cui proponevo la visione....
E poi c'era Divine, il travestito obeso, feticcio di Waters.. e voglio dire.... all'epoca non era come adesso che i travestiti sono all'ordine del giorno, portati alla ribalta da una televisione a corto di argomenti...
Insomma Polyester si preannunciava fichissimo e eversivo ma purtroppo non riuscii ad andare a vederlo (mi pare fosse in programmazione al glorioso Mignon). Ci vollero anni prima di beccarlo sorprendentemente su Tele Regione e ne rimasi che dico stregata... che dico... affascinata.... TOTALMENTE conquistata... Fu una rivelazione e proclamai, nella mia lista di registi preferiti, John Waters GENIO. A poco a poco mi sono vista praticamente un po' tutto ma non l'hairspray originale che mi è sempre sfuggito. Ieri quindi al momento della quotidiana incazzatura nel controllare l'orrenda programmazione di Sky scopro che fanno questo remake e pure i Centochiodi di Ermanno Olmi. Testa o croce? Ma che siamo matti? Con la fatica di questi giorni mi ci manca solo Raz Degan in versione mistica... rimando i Centochiodi a data da destinarsi e mi appresto a questo remake di cui avevo sentito parlare un gran bene...
Mortacci.... pensa se ne parlavano male... immaginavo che potesse essere edulcorato, stiracchiato e un po' insulso ma non ero pronta alla parata del vuoto assoluto.
La regia la salto a piè pari perché è superflua, la storia è quella che è.... completamente superata... gli attori insopportabilmente imbalsamati...
All'epoca dell'uscita del film John Travolta era su tutte le copertine da "Donna Moderna" a "Ciack" (che in effetti sono un po' la stessa cosa...)... Ridondanti le interviste sulle lunghe ore al trucco, sul grande ritorno ad un ruolo ballerino.... che fantasia.... che cosa interessante...
Vuoi competere con Divine? Su.. non scherziamo!
Inutile questa pantomima di Tony Manero così come quella di Michelle Pfeiffer che sembra aver ingaggiato una sfida con Michael Jackson per chi riesce a farsi fare il naso più fino. All'epoca c'era Debbie Harry al suo posto, con la sua immediatezza un po' volgare, la sua sensualità torbida e molto porca che evocava il glorioso passato punk... e anche tu, Michelle, che vuoi competere?
Christopher Walken, poi, ridotto all'ombra di sé stesso è un'altra interpretazione del tutto inutile... e se fosse posibile eviterei di citare Zach Efron, nuovo idolo delle teen-agers, nel suo leccato aspetto plastificato, che sembra uscito da un episodio di a"Ai confini della realtà", dove una notte i manichini di un centro commerciale prendono vita...
Non dimentichiamo la protagonista femminile... ma non quella attuale che proprio non riesce a bucare lo schermo... bensì "the original" Ricky Lake (anche lei ha un minicammeo nel film) con il suo indimenticabile mix di dolcezza, malinconia, ribellione, rassegnazione e grandissima simpatia.
Ma dedichiamoci alle musiche vero orrore di questo obrobrio di film... Banali, indistinguibili l'una dall'altra.. con coreografie (curate dallo stesso regista che nasce come coreografo) furbette che qua e là riprendono momenti da musical ben più gloriosi... Hair, The Blues Brothers, Chorus Line, West Side story...
A nulla serve che John Waters abbia dato il suo bene placido a questo musical (che da anni spopola negli States) e al film, ritagliandosi anche un cammeo hitchcockiano, in cui appare come il vicino di casa esibizionista, aprendo l'impermiabile di fronte a uno sparuto gruppetto di casalinghe inquiete...
Che tocca fa' pe' campa.... ma del resto quest'uomo tutto quello che aveva dire lo ha detto parecchio tempo fa... i suoi semi li ha gettati in tempi non sospetti e bisogna anche riconoscergli il merito di aver ingaggiato Johnny Depp ben prima di Tim Burton. Forse quindi è del tutto giustificato che ora faccia un bel po' di soldi prendendosi gioco di tutti coloro che hanno guaito "che delizia!" di fronte all'insulso remake. Buon per te John...! Uno come te si merita tutto il bene possibile!
Il mio suggerimento quindi è di evitare questo film, di non perderci tempo a guardare un qualcosa completamente spogliato di un qualsiasi spessore. Non diverte, non emoziona, non lascia traccia, annoia oltremodo e dura pure una cifra... Su... Andiamo a vedere qualcosaltro...

L'abbinamento a Hairspray (se esistesse ancora) lo farei al mitico parruchiere "Chicago".. chissà che fine ha fatto.... ripiego (per modo di dire) sul centro sportivo che frequento la "Roman Sport Centre" che con le sue due sedi di Villa Borghese e Viale Somalia resta una delle proposte migliori per chi vuole nuotare, fare sport e anche frequentare corsi di ballo in pieno centro a Roma.

giovedì 4 settembre 2008

Stardust

Ieri sera ero quanto più prossima ad un coma catalettico ma qualcosa dentro di me non ha voluto cedere alla devastazione fisica e mentale e quindi ho messo su il DVD "Stardust", che in realtà ho acquistato usato per quel mio amichetto di 8 anni che è un appassionato di cinema fantasy.
Del resto non potevo regalarglielo senza averlo visto, rischiando di perdere la reputazione di "quella che ha visto tutto!".... I bambini non vanno mai delusi!
Un bel take-away cinese di quelli che non si rimpongono nelle successive 36 ore e via distesa sul divano indecisa se adottare un congegno tipo quello della "Cura Ludwig" per tenere gli occhi aperti o lasciare via libera all'assopimento (e forse anche sperandolo)...
Ma il marchingegno non è stato necessario... Mi sono appassionata a Stardust e me lo sono visto tutta contenta, abbandonandomi anche a qualche bella risata.
Certe volte si è così stanchi che grazie a dio cadono tutte quelle barriere mentali che ti fanno dire "eh basta co' sti "fantasy".... che sia maledetto il signore degli anelli, che gli pigliasse un colpo a Frodo e a tutti gli amici suoi.. non se ne può più di sti film tutti un po' bui e azzurrati, coi draghi, le magie, le armature, i cavalieri... che palle.. so' tutti uguali!".
Ebbene dicevo che queste barriere possono cadere e si scopre che si può guardare un film senza che la parte razionale in te ti ricordi ogni nanosecondo che la magia non esiste.
Ieri sera quindi ho deciso di credere alla magia e al fatto che le stelle siano vive e ci guardano (questo un po' devo dire che un po' l'ho sempre pensato...)...
E non ho avuto dubbi che su questo mondo ce ne siano anche altri a cui non abbiamo accesso.. Sono scivolata nel film e me lo sono goduta come se avessi l'età del mio amichetto divertendomi un mondo!
Stardust contiene tutta una serie di spunti che sono quelli della favola classica, le prove da superare, il percorso di apprendimento e crescita che porta alla saggezza, il bene contro il male, il comprendere il valore dell'amore... e come tale ha un valore catartico sugli animi aperti a recepire i messaggi di "base", sulla necessità di agire in nome del bene attraverso semplici concetti ai quali tutti dovremmo ispirarci nella nostra quotidianeità.
Perfetto dunque per bambini e adulti ancora capaci di crescere...
Tristan è un giovane stupidotto innamorato di una ragazza che non lo ricambia, lui le promette di portarle una stella caduta e nel viaggio la sua vicenda si intreccia con una strega e i pretendenti al trono di un mondo altro. Tutto finirà bene.. l'amore trionferà nella sua verità e la giustizia sarà ristabilita ma non prima che tutta una serie di vicissitudini porti i nostri eroi sull'orlo del baratro. Cast stellare con un Robert De Niro gaissimo e simpaticissimo, una Michelle Pfeiffer alla ricerca dell'eterna giovinezza (nella realtà pagata a caro prezzo ad un chirurgo plastico che l'ha tirata ben bene), una Claire Danes che per me continua a essere sciapa almeno quanto Kirsten Dunst ma almeno con l'aria meno perfida e Peter O'Toole che l'hanno fatto recitare disteso su un letto (mi sa che non si regge più in piedi).
Il protagonista è Charlie Cox di cui mi viene da dire solo una cosa.. non pervenuto! Classica facciotta per piacere alle teen-agers che pare vadano pazze per le facce carnose, ingenuotte e un po' sporgenti (chiamasi "muso").
Sienna Miller, balzata alla cronaca qualche anno fa per la relazione con Jude Law, è quanto di più scialbo e insignificante possa apparire sullo schermo, quindi parte perfetta per lei quella di Victoria, di cui Tristan è inizialmente invaghito.
Dispiace che nella versione italiana sia andata persa la voce narrante di Ian McKellen, uno dei più grandi attori viventi e una voce estremamente affascinante (almeno come quella di John Hurt).
Il film saltella con agilità tra suspance, romanticismo, avventura e anche grande divertimento come la trasformazione in essere umano di un capretto che mantiene intatte le sue caratteristiche ovine e lo stuolo di fantasmi cialtroni e burberi che ricorda un po' quelli dell'indimenticato "Sospesi nel tempo".
Bellissimi i luoghi e le riprese dei grandi spazi effettuate tra Inghilterra, Scozia e Islanda...
Insomma film consigliato un po' a tutti tranne a chi veramente odia il fantasy con tutte le sue forze... a tutti gli altri la visione divertirà e farà sognare!

Abbinamento a Kamboo un bellissimo negozio di fiori che si trova in Piazza Crati, 26 (Via Nemorense), dove invece del solito mazzo di fiori troverete fiori rari ed esotici veramente affascinanti. Le composizioni hanno sempre un tocco speciale.. diciamo che si tratta di un "fiorario" che ha saputo aggiornare la sua professione con arte e gusto.
Non so se ci si possa trovare il fiore portafortuna che protegge Tristan durante il suo viaggio ma se c'è una possibilità di trovarlo è proprio lì... mai perdere la speranza che si avveri un desiderio...

lunedì 1 settembre 2008

Sweeney Todd

  • Ancora con il ventilatore acceso... fa ancora parecchio caldo...

Ieri 31 agosto scadeva il carnet dei buoni per Blockbuster e allora per non mandare sprecato l'ultimo sono andata alla ricerca di qualcosa da vedere. ..L'impresa è stata ardua. Avevo praticamente visto tutto e quello che non avevo visto era robaccia. Come me c'erano altre persone che vagavano attonite fra gli scaffali e ho sentito brani stupendi del tipo "Amo'... che ce pigliamo? too dico subito che nun ciò voglia de robba horror, ciò voglia de famme du' risate.. nun voglio impegna' il cervello...".
Dio santo mi sono detta.... è propro quello che stavo pensando anch'io...! sarà forse che da Blockbuster spruzzano negli areatori una qualche polverina anti cinema "serio"? Fatto sta che ho quando avevo quasi finito il giro ed ero quasi rassegnata a prendere "Io sono leggenda" (che già solo la sgrammaticatura del titolo non mi ispira..) scopro che in effetti l'ultimo film di Tim Burton l'ho saltato a piè pari e decido di colmare la lacuna.
Certo sarebbe stato meglio colmare la "laguna" di Fassbinder di cui non ho visto praticamente nulla ma vada per Sweeney Todd!
Sapevo che c'erano le canzoni e vabbè... Subito mi chiedo se Johnny Depp ha per contratto l'obbligo di girare film esclusivamente con l'occhio bistrato... sono anni che non si riesce a vederlo senza trucco...
Mi appresto a vedere il film in totale serenità visto che non ho aspettative e che non conosco la storia nei particolari. Mi lascio conquistare dalla bellissima fotografia a tratti veramente "portante", con sprazzi di sogno e lucidità in un perenne crepuscolo che è quello dell'anima.
Riconosco una Londra che è quella di Olivier Twist e di Jack lo Squartatore, umida, oscura, malsana e di certo fetida... In tale scenario dark Sweeney Todd è accecato dalla vendetta tanto da diventare lui stesso carnefice e proprio nei confronti di ciò che ha di più caro.
La storia non è male ma avrebbe potuto essere devastante se Tim Burton non avesse quel gusto fiabesco che riesce sempre a rendere l'orrore un po' più sopportabile.
Alla fine del film ti dimentichi subito delle canzoncine e ti rimane invece quest'atmosfera cupa e senza speranza che nemmeno la coppetta tutta fragola di gelato hagen dazs riesce ad alleviare.
Nel cast oltre a Jack Sparrow c'è uno dei miei attori preferiti, uno di quelli con la A maiuscola.. Alan Rickman, grande interprete shaekespeariano che non disdegna di divertirsi in ruoli da cattivo DOC, poi c'è Helena Bonham Carter che è la compagna di Tim Burton... anche lei da contratto sempre con un'accentuazione delle naturali occhiaie. Poi ad un certo punto mia madre dice: "quello assomiglia a Borat!" e infatti Sacha Baron Cohen si ritaglia una piccola parte devo dire carina...
Insomma non uno dei migliori "Tim Burton" (cosa che ormai continuo a ripetere da molti anni)... un film che è anche piuttosto imperfetto (ci lascia senza una visione della figlia e il giovane marinaio che in teoria dovrebbero fuggire insieme e iniziare una nuova vita) però che lascia una sensazione. E al giorno d'oggi questo è già qualcosa...

Abbinamento con l'ottimo caffè alla nocciola di Viale Adriatico 35.
Se non l'avete mai provato è inutile stare a parlarne... Andateci e ne riparliamo dopo!